sabato 29 maggio 2010

Schrödinger's cat

Sebbene ci siano infiniti modi di ammazzare il gatto,

non vi nascondo che la ricetta per fare un team che funziona ce l'ho.

L'ho provata diverse volte con ottimi risultati. Ci siamo divertiti a portare a termine la missione. Anche se poi ci abbiamo rimesso le penne.

Ma non sono piu' convinto che sia la soluzione ottimale.

Probabilmente e' possibile fare di meglio. Come? Ancora non lo so, ma ho la sensazione che lo scopriro' presto.

Molto presto.

La cosa piu' difficile sara' acquisire dei dati senza perturbare il sistema.
L'ideale sarebbe essere invisibile,

 ma non sarebbe ne' "sportivo" ne' corretto nei confronti dei miei futuri potenziali colleghi.
Una sola cosa e' certa: la c'e' qualcosa. E non e' umano.

Per me, che sono sposato con una Betazoide, ho un amico Vulcaniano e mi sono fatto due anni su di un falco da guerra Klingon (i soliti trasferimenti a sorpresa della Flotta Stellare),  e' una notizia dannatamente positiva.

Moriremo tutti? Ovviamente si. Ma non oggi. E - forse - nemmeno domani.

In tutti i casi.... ScicosLab. What else?

A Farewell to Arms

Mercoledi' scorso ho ricevuto due eventi - critici ??? - non programmati.

Il primo proveniva dall'Italia: le Poste Italiane si sono rifiutate di consegnare una lettera raccomandata - a me diretta - a mio suocero. Mittente sconosciuto.

Ministero della Difesa? Afghanistan? E' una possibilità.
Se e' cosi' ho tre giorni per presentarmi, altrimenti saro' considerato disertore, quindi punibile con la fucilazione. Ma no: questa legge si applica solo al codice militare in tempo di guerra e l'Italia non ha dichiarato guerra all'Afganistan (e neppure il contrario, che io sappia). Invece i due tizi della foto si divertivano un casino a dichiarare guerre a destra e a manca. Sappiamo tutti bene come e' andata a finire.

Inoltre c'e' stato un recente emendamento che annulla l'opzione di essere passati per le armi su due piedi. Peccato: ho sempre sognato di comandare il mio plotone di esecuzione. Odio perdere l'illusione di avere il completo controllo della situazione. Come dice sempre Franco, ScicosLab e' una questione di ego.

Parole Sante.

 Per me invece rimane una questione di miccia corta. Franco chi? Ne parleremo in un prossimo post.

Ho la vaga impressione di aver dimenticato di comunicare il mio nuovo indirizzo quando (tre anni fa) mi sono trasferito dalla Cite Universitaire a Versailles. Vorra' dire che manderanno il poveretto che occupa il mio vecchio alloggio a combattere al posto mio. C'e' una elevatissima probabilita' che il mio vecchio alloggio sia occupato da un (medio) orientale di cultura mussulmana. Sarebbe tutta da ridere. Per noi, ma non per lui.

Non manchero' di tenervi informati sugli sviluppi della faccenda.

Aggiornamento (Sabato 29): non era il Ministero della Difesa. Peccato. Ignazio e' stato e rimane sempre un mito.

Scherzi a parte, i miei Colleghi che sono adesso in Afganistan rischiano la pelle ogni minuto di ogni Santo Giorno che il buon Dio manda in terra. E c'e' poco da ridere.
E la raccomandata? Silenzio stampa fino al 10 Giugno. Per adesso vi posso dire solo che si tratta di un evento critico, quindi devo stoppare il solver e .... (vi piacerebbe che vi raccontassi come funziona il solver di Scicos eh ... :-) ). Prometto che ve lo raccontero' in un prossimo post.

La seconda sorpresa (di Mercoledi 26) e' stata la materializzazione - nel mio ufficio - del mio vecchio amico Roberto di Cosmo.
La missione di Roberto era specifica: "Ti sarei grato se tu mi spiegassi come funziona ScicosLab. Le informazioni in mio possesso mi portano a risultati contraddittori. Non e' logico.".

ScicosLab non e' una questione di logica. ScicosLab e' come se un cuoco cercasse di preparare un piatto di lasagne ma alla fine quello che viene fuori e' un piatto di spaghetti. Spaghetti software.

Spiegare la struttura software di  ScicosLab e' un po' come aprire un ristorante italiano su Vulcano.
Devi trovare una motivazione logica per farti ascoltare. Altrimenti finisci per avere zero clienti. E gli amministratori vulcaniani ti faranno chiudere: tenere aperto un ristorante con zero clienti non sarebbe logico.
Facciamo quindi finta che ScicosLab sia organizzato in maniera logica. Cosa che e' palesemente falsa ma - come oramai tutti sanno - a me piace giocare a poker solo per il gusto di barare apertamente.

Quando si preparano le lasagne, si comincia sempre dal fondo.

Lo strato piu' basso e' costituito dall'insieme di librerie matematiche di base per il calcolo vettoriale/matriciale. In altre parole BLAS, LAPACK e compagnia bella. Queste librerie di basso livello sono scritte nativamente in FORTRAN e sono dannatamente veloci ed efficienti nel fare il loro lavoro. Sono delle "vacche sacre" del software, nel senso che _nessuno_ ha intenzione di mettere in discussione il loro ruolo e la loro struttura. Ovviamente nel corso degli anni che' stata una certa evoluzione, per cui oggi si trovano delle librerie matematiche che utilizzano le nuove tecnologie multi-core e GPU computing. Esempi tipici sono le librerie MKL (Intel) e ACML (AMD). Io - che le ho provate entrambe - vi consiglio le seconde: le ACML girano bene su qualunque processore di classe x86, supportano tutti i sistemi operativi e tutti i compilatori.

Al livello sopra le librerie di base c'e' l'interprete del linguaggio Scilab. L'interazione dell'interprete avviene attraverso una console, la classica command line interface tipica dei tempi dei terminali (seriali). Strumenti provenienti da tempi piu' civilizzati, quando ancora la Repubblica aveva un sito internet e l'Impero ancora non c'era. Tempi nei quali si potenva tenere aperto un repository SVN senza paura di essere spazzati via dalla Galassia.

Fare calcoli con vettori e matrici puo' essere divertente, ma l'occhio vuole la sua parte. ScicosLab include un buon supporto per la grafica: tutte le primitive classiche 2D e 3D e l'interazione con mouse, tastiera, menu' dinamici ecc...

Il linguaggio Scilab ben si presta per essere eseguito da un interprete, mentre un compilatore potrebbe avere dei problemi di carattere esistenziale. Ad esempio, questo frammento di codice e' tranquillamente accettato

a = sin(theta);
a = "pippo";

Oppure, ancora piu' drastico

sin = 1 ;

Quindi, non solo non e' necessario dichiare le variabili, ma si puo' cambiare il tipo al volo, come si puo' ridefinire una funzione di base (come "sin") a nostro piacere. Queste - ed ancora molte altre - features sono la conseguenza piu' o meno diretta dell'organizzazione interna di dell'interprete Scilab, ovvero lo STACK.

Lo STACK croce e delizia dell'interprete Scilab funziona cosi': tutte le volte che definite una variabile:

a = 1 ;

una funzione

function  y = f(x), f = x^2 ; endfunction

quanlunque cosa, questa viene messa in cima ad una pila (identificativo e contenuto).
Quando alla riga di comando arriva alla fine
[Enter]
l'interprete comincia a scannare la pila alla ricerca del simbolo "a" nel nostro caso. Il primo che trova, lo piglia. E' per questo che la refinizione di "sin" funziona: la _vera_ funzione sin(x) e' nascosta in fondo (molto in fondo) allo stack.

E Roberto disse: "Questa organizzazione non solo non e' logica: e' malsana.".

E Simone rispose: "Il linguaggio Scilab non e' una questione di logica, ma di comodita' per l'utilizzatore; tipicamente qualcuno che non sa un tubo di programmazione ma conosce bene la matematica della sua applicazione".

La discussione con Roberto e' poi passata a Scicos.

In tempi meno bui si diceva: "Il futuro ha un cuore antico".

Oggi, molti guardano i mercati, la borsa e presentano roadmap irrealistiche che alimentatono aspettative irrealizzabili. A queste persone consiglio di farsi un tre mesi di addestramento militare intensivo, oppure un periodo ragionevole in un monastero tibetano. E poi un turno di sei mesi in Afghanistan.

Per tutti quelli che hanno ancora un cuore che batte, vi auguro - di cuore -  di avere una vita lunga e prosperosa con ...


ScicosLab. What else?

martedì 25 maggio 2010

Linkedin

Devo ammettere che Claudio (vedi post precedente) ha dovuto insistere un bel po' prima di convincermi ad aprire un profilo su Linkedin. All'epoca ero ancora rinchiuso su Rura Penthe e quindi temevo di vincere un bonus addizionale di tortura& intimidazione (come poi e' stato). Tortura: 9/20 decisamente insufficente. Intimidazione: 18/20 al di sopra della media. Bravi. Perche' i voti in ventesimi? Ne parlermo in un prossimo post.

Ma questa e' storia vecchia.

L'intuito di Claudio - una volta di piu' - si e' rivelato fondamentale per aiutarmi a risolvere una situazione decisamente critica con una mossa tanto audace quanto vincente. "Who dare win"
"Chi osa vince". Nell'ipotesi di sopravvivere alla propria audacia, ovviamente.

Anche se non concordo con l'attuale uso dello strumento militare (e sono in buona compagnia, vista la lunghezza della la lista del personale - principalmente ufficiali - SAS che ha dato recentemente le dimissioni) le SAS hanno due incredibili punti di forza: la formazione e l'organizzazione dei team. Ne parleremo in un prossimo post.

C'e' voluto un po' di tempo e pazienza, ma adesso il mio profilo Linkedin e' completo. Non so se rispecchia bene quello che sono ma - almeno - permette di farsi un'idea di quello che faccio.

Una delle feature che ho recentemente scoperto di Linkedin e' l'esistenza di gruppi di lavoro su tematiche specifiche.
 
C'e' perfino un gruppo "Open Source System Simulation with Scilab / Scicos" al quale mi sono immediatamente iscritto ed ho cominciato una operazione di comunicazione intensiva su ....

ScicosLab. What else?

lunedì 24 maggio 2010

Il quarto uomo

POST A SCOPPIO RITARDATO
 (MK-182-HD) SCRITTO IL 6 MARZO 2010.

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Da piccolo sognavo di fare il top-gun: passare la maggior parte del mio tempo con il culo installato su di un sedile eiettabile (rigorosamente Martin Backer) a fare decolli e appontaggi.


 Da grande invece volevo fare il ricercatore chiuso in laboratorio.


Nella realta', faccio tutte e due le cose, anche se mi rendo conto che mettere latte e limone insieme nello stessa tazza da the puo' produrre strane reazioni chimico/fisiche.


Infatti, appena attererrato da Cadarache, fatto il rapporto a Francois e sbrigata la burocrazia, ho preso il primo aereo per Lugano, Svizzera.

Detto fra noi, io odio viaggiare e, ancora di piu', viaggiare in aereo. Visto che questo blog non lo legge nessuno, ve lo posso anche dire: ho il terrore di volare. L'idea di precipitare mi da i brividi. Pero' non perdo un'occasione per saltare in groppa a qualunque cosa in grado di staccarsi da terra.

Vediamo di arrivare ai motivi di questo viaggio. Cosa c'e' di tanto interessante in Svizzera?

La cioccolata. Tutti sano che sono goloso, quindi la cioccolata svizzera potrebbere essere una buona motivazione. Pero', con tutto il rispetto per il cioccolato svizzero, preferisco quello belga.

Il sesso. Come per la cioccolata, ho trovato di meglio altrove. Dove? Sara' il soggetto di un prossimo post.

I soldi. Generalmente i soldi si portano in Svizzera. Io, che di soldi non ne ho, in Svizzera gli vado a prendere. Ma questo sara' l'argomento di un altro post ancora.

Il casino' di Lugano. A me non piace giocare. Mi diverto solo se la partita e' truccata e posso barare, sopratutto se gli altri sanno che baro ma non capiscono come cavolo faccio.
I casino' sono sistemi dove il banco vince quasi sempre, per cui entrare come semplice giocatore destinato matematicamente ad essere spennato non mi interessa. Poi di soldi da buttare non ne ho.

Il lungo lago di Lugano. Effettivamente e' piacevole passeggiare sul lungo lago. Lo trovo molto rilassante, ma posso rilassarmi allo stesso modo nel parco della reggia di Versailles (500 metri da dove scrivo in questo momento). Poi Carla Bruni e' piu' interessante del fratello (buono) di Bin Laden. 

La SUPSI. La SUPSI in se e' una bella scuola svizzera, ma il vero valore di una struttura e' fatto dalle persone che vi lavorano. Alla SUPSI lavorano un sacco di persone che meritano di essere conosciute.

Roberto Bucher e' una di queste. Roberto, dopo molti anni passati all'interno di grandi aziende come Siemens, ha deciso di andare a fare l'insegnante. Uno dei tanti contributi di Roberto e' l'adattamento del generatore di codice interno di Scicos alle applicazioni embedded.

Un ingrediente fondamentale per la realizzazione di un sistema di controllo digitale e' un buon sistema operativo hard real time (vedi i post precedenti su RTAI).

Per Scicos-FLEX abbiamo deciso di usare Erika ed il suo sistema di sviluppo integrato basato su Eclipse.

L'idea di Scicos-FLEX e' infatti partita da Paolo Gai. PJ passa la maggior parte del suo tempo a rispondere alle email ed a gestire la sua azienda (Evidence), ma riesce sempre a trovare il tempo per scrivere un po' di codice.

Come fa'? E' un miracolo che sara' probabilmente oggetto di un prossimo post. Perche' i miracoli, a volte, accadono per davvero.


Ci siamo ritrovati a casa di un amico - il quarto uomo, per adesso chiamamolo Claudio - che ci ha gentilmente ospitato nella sua cantina per un pomeriggio. Abbiamo cominciato alle tre e abbiamo fino alle sei del pomeriggio di venerdi'. Paolo mettera' presto il codice in linea sul sito di Evidence.

AGGIORNAMENTO: Il codice e' in linea :

http://erika.tuxfamily.org/scilabscicos.html
 
pronto ad essere utilizzato con ScicosLab 4.4b7.

ScicosLab. What else?

sabato 22 maggio 2010

Invictus

Il film in se non e' che sia poi un gran che: avrebbero potuto fare di meglio. Ma e' il messaggio che porta mi ha colpito diritto al cuore.

Quando ero su Rura Penthe la mia missione era semplice: sopravvivere e scappare. La prima parte e' stata relativamente facile. Erano anni che studiavo la dinamica guardia/prigioniero/tortura. Tra le esperienze indirette (i miei Nonni con i tedeschi, Magnum in Vietnam, Solzhenitsyn in Siberia e Mandela a Robben Island) e quelle dirette (15 anni di vita in azienda, 3 mesi di addestramento militare intensivo) era impossibile non riuscire a sopravvivere. Sopravvivere e' facile: e' come andare in bicicletta.

Scappare invece e' stato un pochino meno facile. Scappare da soli e' relativamente facile. Un sacco di gente era gia' scappata da Rura Penthe prima di me. Purtroppo, io non avevo il lusso di andarmene quando volevo perche' ero soggetto a diversi vincoli. Il primo dei quali, evitare che ci potessero essere rappresaglie su altri prigionieri. Ho dovuto quindi aspettare la loro partenza. Ci sono stati poi altri vincoli di carattere "politico". Ad esempio la fuga non doveva procurare danni collaterali.

I 2 anni che ho passato su Rura Penthe sono una vancanza rispetto ai 27 spesi da Mandela a Robben Island.
Ma quello che fa la veramente la differenza tra me e Mandela sta in quello che pensavamo di fare una volta riguadagnata la liberta'.

Il segreto del successo di ogni operazione militare sta nella sua "coda" politica, ovvero quella cosa meglio nota come "End Game Scenario". E' l' EndGame che fa la differenza.

Iraq, Afghanistan, Vietnam etc. sono tutti esempi di disastri programmati per la mancanza di un EndGame degno di questo nome.

Di EndGame ne avevo preparati tre. Il primo - Riconciliazione - non ha funzionato. Il secondo - Lavora in silenzio - e' quello attualmente in corso. E' uno scenario che funziona (senno' non sarei qui a scrivere il blog). Del  terzo scenario e' meglio non parlarne.

Mandela invece di EndGame ne aveva uno solo:  Riconciliazione. Ed ha funzionato. Non una soluzione perfetta, ma una soluzione buona abbastanza per evitare una guerra civile.

Dov'e' il segreto del suo successo? Durante i 27 anni passati in prigione ha fatto un enorme lavoro su se stesso:

"could spend thirty years (27) in a tiny cell, and come out ready to forgive the men who put him there."

Mentre eravamo in prigione, io passavo il tempo a costruirmi di nascosto un reattore a fusione miniaturizzato per far muovere un'industruttibile armatura, invece Mandela spaccava le pietre, leggeva questo poema:

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.


e pensava:
« Se io non so cambiare quando le circostanze lo impongono come posso chiedere agli altri di cambiare? »
So bene di dover percorrere ancora molta strada prima di avvicinarmi a quel luogo della mente dove Mandela e' gia' arrivato, quindi non ho la presunzione di chiedervi di cambiare e meno che mai di privatizzare la pace nel mondo.

Pero' - se fossi in voi - un'occhiatina a ScicosLab gliela darei.

venerdì 21 maggio 2010

The right window for innovation

Molti anni fa, quando ancora mi baloccavo con gli amplificatori operazionali ed uno del cinque peggiori attori di Hollywood era stato da poco nominato presidente degli Stati Uniti d'America - salutatelo...
... perche' e' stato un grande Presidente - ho incontrato una persona che ha radicalmente cambiato il corso della mia vita. Per adesso chiamamolo Thomas. No, non parlo di Thomas Magnum.
Thomas non e' un personaggio inventato: e' una persona in carne ed ossa sulla quale reale identita' - per ragioni che comprenderete in seguito - devo mantenere una certa discrezione.

Di Magnum invece ne parlermo in un prossimo post. Per adesso accontentatevi di sapere che mio nonno era la fotocopia di Higgins e la mia storia personale assomiglia pericolosamente a quella di Magnum (ma senza i baffi).

La Ferrari l'ho lasciata ad Arezzo, mentre il via vai di donne bellissime - inclusa una giovane e sconosciuta Sharon Stone - appartiene al sub-spazio complesso con parte reale uguale a zero. Basic instinct.

Mi ricordo che Thomas (quello vero), nel sul italiano approssimativo e stentato (all'epoca - 1982 - non sapevo l'inglese),  mi spiegava.... Simone, vedi la finestra?

Bene. Da casa mia in Florida posso far entrare un missile in una finestra a Firenze. Il missile navighera' fino a casa tua integrando due volte le tre accelerazioni e poi si cerchera' da solo la finestra usando la telecamera che ha sul muso. Vi raccontero' dei primi test Thomas in Vietnam (Maggio 1966) in un prossimo post.

 Per adesso concentriamoci su di un una finestra specifica, quella meglio nota come Windows Vista.


A me Vista non e' mai piaciuto. Adesso non piace piu' nemmeno a Steve Ballmer


Ballmer took an honest-yet-surprising turn and admitted that Microsoft fell short with Windows Vista. "We tried too big a task and in the process wound up losing thousands of man hours of innovation," Ballmer said. He added that Microsoft spent too many years building the Windows Vista operating system, but then paused to question about the appropriate time frame for research and development.

Steve ha capito di essere stato preso per i fondelli dai sui stessi dipendenti e sta cercando di trasmettere la lezione ad altri suoi colleghi, trai quali  Timothy Geithner, Rania Al Abdullah  e Warren Buffett.

Vediamo se riesco a spiegarvi come funziona  "l'arnaque" ( "La stangata" in italiano, ma in francese si capisce meglio).
Prima di tutto vi serve un piccione (da spennare). Ad esempio il vostro capo. Il vostro capo e' un cretino avido che non capisce assolutamente nulla dei meccanismi di base dello sviluppo hardware/software di un prodotto. Soprattutto software. Ma anche Hardware.
Poi vi serve una moneta (il vostro capo e' avido e l'avidita' funziona. Funziona _sempre_ ).
Le monete hanno due faccie: quella tecnica e quella del "bla_bla". Visto che al capo farete vedere solo quella del "bla_bla" cominciamo da quest'ultima.

"Per vincere la concorrenza dobbiamo innovare. Dobbiamo introdurre una interfaccia grafica di nuova generazione basata su di un kernel completamente modulare dove i driver video sono nello spazio utente e l'ambiente desktop e' intrinsecamente 3D. Dobbiamo ripensare l'intera architettura del prodotto, non semplicemente migliorare quello che esiste gia' - XP -.".

Il lato tecnico e' invece un pochino diverso:

"Se riusciamo a farci approvare questa roadmap avremo lavoro per i prossimi quaranta anni. Le prime versioni usciranno presto, ma saranno lentissime e buggate a morte. Daremo la colpa alle librerie di terze parti che abbiamo comprato o fatto sviluppare a caro prezzo. I costruttori di schede video impazziranno per implementare le nuove API DirectX 11. I nuovi driver saranno buggatissimi, ma gli utenti non si lamenteranno troppo perche' - essendo nello spazio utente - potranno essere "resettati" al volo in caso di crash. Il desktop 3D obblighera' l'uso di schede 3D-accelerate (per spostare una cartella sul desktop)". 

Ballmer:
"What is the right window for innovation?" he asked the audience. "Six months? Ten years? Three years?" He said that the company has previously bet on things that are too far in the future, however he didn't specify any particular product (although Vista and the PC tablet are prime candidates).

Alla domanda "Qual'e' la dimensione giusta per la finestra dell'innovazione?". Tanto per cominciare, come direbbe Rocco,  "Size does matter". Gia' questa e' una ipotesi importante, soprattutto se a confermarla e' uno che la sa lunga sull'argomento.

La mia risposta e' : "Dipende".

Il segreto sta nel capire la costante di tempo dominante del lavoro specifico. Ci sono dei lavori che si fanno in fretta ed altri che non possono essere fatti in fretta ma che possono beneficiare di traiettorie di sviluppo accelerate. Usando le giuste ipotesi e le corrette scelte strategiche, s'intende.
Ad esempio Maestro Linus e' lo Yoda della situazione. Linus sapeva benissimo che non avrebbe avuto un tempo infinito da dedicare a Linux, ne' un team di sviluppatori di dimensioni altrettanto infinite.
Coerentemente con scelta strategica di fare un SO Unix like (perche' reinventare la ruota?) decise quindi di prendere la strada piu' corta: tagliare la curva di sviluppo usando un kernel monolitico.

Ricevette immediatamente l'accusa di eresia via email. Per sua - e nostra - fortuna, Linux non lavorava per nessuna ditta e/o organizzazione. Evito' quindi sia di bruciare sul rogo sia di congelare le chiappe su Rura Penthe (non fatemici ripensare).

Conclusione: Linux funziona molto ma molto meglio di Vista. Provate l'ultima Ubuntu. Rimarrete a bocca aperta.
 (sembra OSX ;-) ).

Steve Ballmer ha capito che si e' fatto fregare dai suoi stessi dipendenti disonesti. Non per nulla, come diceva il mio prof. di chimica: "Il simile va con il simile. La chimica, come la vita, e' una questione di affinita' elettive.".


Essere "dipendente" - come dice sempre Beppe Grillo - non e' una bella cosa. La soluzione e' essere IN-dipendente. In altre parole : LIBERO.  FREE AS FREEDOM.


 
Il team che sviluppa ScicosLab ha fatto scelte analoghe: viste le ridotte dimensioni del team e la scarsita' di risorse abbiamo deciso di continuare ad usare il kernel di Scilab 4.x (con supporto GTK, piccoli miglioramenti e bux fix, perche' reinventare la ruota?) e di concentrare la nostra attenzione sullo sviluppo di Scicos, sia come simulatore che come piattaforma di sviluppo per applicazioni embedded.

Tutto questo nell'ottica di un prodotto leggero e flessibile, qualcosa che gira bene sia su di un piccolo netbook che sul supercomputer del CEA e che offre le stesse funzionalita' su Linux, Windows e Mac OSX.

In parallelo a ScicosLab ci sono altre persone che lavorano su NSP. NSP rappresenta la riscrittura da zero del kernel di Scilab 4.x. (http://cermics.enpc.fr/~jpc/nsp-tiddly/).


Scilab 4.x e' una architettura incentrata sulla gestione di uno stack software in FORTRAN, mentre NSP (Non Stack Program, New Scilab Program) abbandona lo stack per una gestione "trasparente" delle strutture in memoria. Il kernel di NSP e' interamente riscritto in C (dal quale eredita i meccanismi di gestione della memoria), integra la libreria GTK e - last but not least - e' interamente GPL2, ovvero ZERO problemi licenze e proprieta' intellettuali.

Se avete un momento dategli un'occhiata. Il download e la compilazione sono ancora un pochino delicate. Su Ubuntu ci si arriva in un'oretta di lavoro. Se avete problemi, non esitate a chiedere aiuto via mail.

Adesso la domanda vi sorgera' spontanea : "Cosa vi impedisce di migrare Scicos in NSP?".

Per spiegarvelo corretamente vi parlo con Primo Ufficiale della Flotta Stellare: "Cosa m'impedisce di fare rotta a curvatura 5.5 verso la Zona Neutrale irrompendo di forza dove gli angeli entrano in punta di piedi?".


La Flotta Stellare mi regge il gioco per evitare le guerre, non per provocarle. Mettersi a fare il Rambo della situazione potrebbe essere divertente, ma la guerra non rende nessuno grande, anche se sei dannatamente bravo a farla.

Pazienza miei giovani apprendisti. Pazienza la impare dovete voi.


E per tutti quelli che non hanno ancora imparato la pazienza... ScicosLab. What Else?

giovedì 20 maggio 2010

The last mission

Lo Shuttle Atlantis sta compiendo la sua ultima missione.
E non nascondo che mi viene da piangere. Lo Shuttle e' stato l'ultimo regalo di Werner von Braun.
 Alcuni hanno detto ti lui che era un nazista. Puo' darsi. Ma quando vi troverete depositari di conoscenze strategiche esclusive - puo' darsi - che siate costretti a fare delle scelte non proprio coerenti con la vostra volonta'. Incluse le solite foto, i sorrisini e la spillina (con la svastica) appuntata sulla giacca. Quando arriva la tempesta e' meglio piegarsi come il bambu' o farsi sradicare come una quercia? Lascio a voi prendere la vostra decisione.
  All'epoca - ed ancora oggi - nessun vuol sentire parlare di mezzi riutilizzabili. Tutti preferiscono lanciatori usa-e-getta (Arianne ad esempio) piu' facili da progettare e, grazie alla produzione in serie, economicamente piu' interessanti.
Ma - fatevelo dire da chi c'e' salito sopra - lo Space Shuttle non e' quella assurda scatola di sardine in acciaio inox made in Russia. Lo Shuttle e' ... immaginatevi una Mercedes SLK grossa come un TIR. E' uno spettacolo. C'e' veramente un sacco di spazio, sia per l'equipaggio, sia per il carico.Gli accessori ci sono tutti. Vogliamo trovargli un difetto? Perche' le toilettes sono nella cabina di pilotaggio?
 Io le avrei installate nel ponte inferiore.

Purtroppo gli USA hanno trovato i soldi per finanziare due inutili guerre. Hanno trovato i soldi per organizzare viaggi a sorpresa e soggiorni premio in bellissimi villaggi turistici. Queste cose costano. Non mi meraviglia che Obama abbia in cima alla lista la chiusura del Guantamo Club and Resort.
Turtura? Diritti umani? Ma non fatemi ridere. Siete mai passati per le mani di Augusto Pinochet? L'esercito francese in Algeria? Le SS in Italia? Quelli si che erano professionisti seri (per quei tempi). Oggi, ti bastano un paio d'ore davanti la TV per riprogrammare anche il terrorista piu' convinto. Troppo facile. Trovatemi l'integralista piu' duro. Piu' duro e' meglio e', perche' non durera' a lungo.
 Dopo la mia cura a base di Paris Hilton, diventera' un frequentatore assiduo di Mac Donalds. Potrebbe perfino arrivare a votare repubblicano. Gli faro' vuotare il sacco in diretta TV (dietro pagamento di un ricco gettone di presenza). Poi ci faremo sopra un libro, un film, il sequel del film, il prequel del film e tutti i gadget del caso. Amnesty International lo proporra' per il Premio Nobel per la Pace. Supersize me.
Ma i soldi per andare nello spazio non ci sono. Certo, quando c'erano i Russi Rossi Comunisti e i presidenti avevano amanti degne di questo nome, i soldi c'erano. L'amministrazione Obama ha ereditato un paese allo sfascio. Non c'e' da meravigliarsi che se Obama si e' concentrato sulla riforma del sistema sanitario: gli USA sono un paese malato. Meno male che gli USA hanno la Mathworks. E noi?

Obama, al contrario dei suoi predecessori, non avra' il tempo di dedicarsi ai piaceri della presidenza. Gli USA sono nella cacca fino al collo. Putin aveva organizzato una super parata con super invitati per mostrare le sue vecchie e nuove super armi. Invitati che non si sono fatti vedere perche' troppo occupati a fermare la caduta libera delle economie dei loro rispettivi paesi.

Il denaro rappresenta il sangue del nostro sistema economico, il vettore dell'energia, dell'ossigeno indispensabile alla vita di noi tutti. Ci stiamo facendo dissanguare da banchieri, finanzieri e sedicenti venditori di software open source buggati peggio che la Morte Nera.

Perdonateli, perche' non sanno quello che fanno. Perdonateli, ma ricordate i loro nomi.


Fatevelo dire da chi ha aperto una ditta in Svizzera: i soldi ci sono. Ma chi ha i capitali ha paura e non agisce. Fatevelo dire da che ha passato tanto tempo in giro per universita' ed aziende: le competenze ci sono. Ma studenti, ricercatori, professori ed ingegneri hanno paura e non agiscono.

Noi abbiamo deciso di fare ScicosLab non perche' e' facile, ma perche' e' difficile.

Forse riusciranno a toglierci la vita (l'ossigeno, i soldi per andare avanti), ma non riusciranno mai a toglierci la volonta' di concretizzare i nostri sogni, le nostre speranze.

Siamo pronti a fare tutti i sacrifici necessari, fino a rinunciare a Paris Hilton e Mac Donalds.

Non e' che potreste venire su a darmi una mano?

mercoledì 19 maggio 2010

ScicosLab Trek

Ieri mattina Ramine si e' materializzato nel mio ufficio con largo anticipo. Sarebbe piu' corretto dire: si e' materializzato nel _suo_ ufficio.


Tutti sanno che Ramine mi ha salvato il collo teletrasportandomi via da una cella della prigione di Rura Penthe dove scontavo la mia condanna ai lavori forzati (in attesa dell'esecuzione della sentenza di morte), costretto a lavorare su di un codice che puzzava piu' che... (lasciamo perdere).
Ma vi raccontero' questa storia un'altra volta. Per adesso sappiate solo che non dovete prendervela con i Klingon, perche' dietro tutta la manfrina c'erano (e ci sono tuttora) i Romulani.

Per farla corta, piu' di un anno fa, Ramine ha lasciato la nave (portandosi dietro la meta' dell'equipaggio) per andare a fare una delle sue missioni "top-secret" su Altair (www.altair.com) e ha passato la mano a Francois.

Io mi sono ritrovato nel suo ufficio a fare il primo ufficiale "pro tempore" (per un anno) in una NCX semivuota con l'ordine tassativo di non ingaggiare, stare nascosto e provvedere al'upgrade di tutta la nave, in particolare del motore.

Il generatore di plasma funziona oramai da diverse settimane e gli iniettori, col nuovo sistema di stabilizzazione (Scicos-ITM), restano puliti: luccicano piu' della porta di un bordello. Peccato che non sono a vista.


Come potete vedere dalla foto, la sala macchine e' desolatamente vuota. Ma il motore c'e' e va che e' una bellezza (anche se siamo limitati a curvatura 5.5).

Adesso si cominciano i lavori grossi. Normalmente le navi stellari hanno un solo nucleo a curvatura. Per adesso usiamo una configuazione "linear-Z-pinch" orizzontale completamente schermata (meglio nota come "il salva palle"). La console e' rudimentale (in primo piano, vicina al generatore di plasma). Il plasma accelera fino ad arrivare alla singolarita "Z" in fondo alla camera di reazione, dove le condotte trasportano il plasma super-luminale alle due gondole esterne.

Stiamo provando ad installare piu' nuclei a curvatura ed ha farli lavorare in parallelo. Francois ha curato la parte teorica (http://arxiv.org/PS_cache/gr-qc/pdf/0009/0009013v1.pdf)

... ma il lavoro di martello e chiave inglese tocca a me, visto che Ramine e' partito con il Capo Macchine Masoud  e l'Ufficiale Tattico Fady , lasciandomi con un esperto di generatori di plasma (Alan) che mi risponde per email da Risa.
Non ho niente contro chi passa le sue (ben meritate, nel caso di Alan) vacanze su Risa, dico solo che mi poteva andare meglio. Mi consolo pensando che mi poteva andare peggio. Almeno Alan mi risponde alle email :-).

Meno male che il buon vecchio Scotty (Roberto) e' sempre disponibile. Scotty gli ha visti nascere i generatori di plasma ...

Insomma, ieri mattina Ramine si materializza nel mio (_suo_) ufficio e mi becca con le mani ancora sporche di nano-grasso al silicone/carbonio (quello che diventa superconduttore a T>10.000K).

Perche' perdi tempo a smontare un motore che funziona piu' che bene?

Guarda che hai usato una struttura che non si presta ad essere parallelizzata: il convertitore al dilitio che hai usato funziona solo in seriale. Per passare al modo parallelo bisogna cambiare il solutore. Dobbiamo usare un solutore di Volyrkin perche' gli altri non funzionano.
Ma sei sicuro?

Certo che sono sicuro, basta leggere i manuali della Flotta Stellare... guarda qua ..

Bon, hai ragione. Devi venire su Altair e parlare con Masoud per i dettagli. Hai provato a montare il solutore di Volyrkin al posto di quello attuale?

No. Non ci voglio nemmeno provare: l'inizializzatore e' completamente diverso!

Mentre stavamo discutendo (e la discussione stava derivando nella solita disputa) Francois si materializza sulla porta del mio ufficio.

Invece di stare a perdere tempo a discutere a vuoto, perche' tu (Simone) non provi l'inizializzatore a parte e poi lo colleghi a due generatori di pasma esterni / standalone? Il motore principale - per adesso - lo lasci cosi' com'e'. Facciamo le prove con i due gruppi esterni e poi decidiamo cosa fare.

Mai discutere gli ordini del Capitano (specialmente quando ha dannatamente ragione).

Ieri sera ho finito la messa a punto del Volyrkin seriale, oggi faccio la versione parallela. Confrontero' i risulatati. Se sono uguali, vuol dire che il sistema e' usabile in parallelo. Passero' quindi all'assemblaggio della configurazione "standalone".

Certo, la vita del Primo Ufficiale di una nave semivuota con il ponte ologrammi guasto non e' il massimo.
Ma e' sempre meglio che aspettare la morte in una cella della prigione di Rura Penthe :-).