sabato 22 maggio 2010

Invictus

Il film in se non e' che sia poi un gran che: avrebbero potuto fare di meglio. Ma e' il messaggio che porta mi ha colpito diritto al cuore.

Quando ero su Rura Penthe la mia missione era semplice: sopravvivere e scappare. La prima parte e' stata relativamente facile. Erano anni che studiavo la dinamica guardia/prigioniero/tortura. Tra le esperienze indirette (i miei Nonni con i tedeschi, Magnum in Vietnam, Solzhenitsyn in Siberia e Mandela a Robben Island) e quelle dirette (15 anni di vita in azienda, 3 mesi di addestramento militare intensivo) era impossibile non riuscire a sopravvivere. Sopravvivere e' facile: e' come andare in bicicletta.

Scappare invece e' stato un pochino meno facile. Scappare da soli e' relativamente facile. Un sacco di gente era gia' scappata da Rura Penthe prima di me. Purtroppo, io non avevo il lusso di andarmene quando volevo perche' ero soggetto a diversi vincoli. Il primo dei quali, evitare che ci potessero essere rappresaglie su altri prigionieri. Ho dovuto quindi aspettare la loro partenza. Ci sono stati poi altri vincoli di carattere "politico". Ad esempio la fuga non doveva procurare danni collaterali.

I 2 anni che ho passato su Rura Penthe sono una vancanza rispetto ai 27 spesi da Mandela a Robben Island.
Ma quello che fa la veramente la differenza tra me e Mandela sta in quello che pensavamo di fare una volta riguadagnata la liberta'.

Il segreto del successo di ogni operazione militare sta nella sua "coda" politica, ovvero quella cosa meglio nota come "End Game Scenario". E' l' EndGame che fa la differenza.

Iraq, Afghanistan, Vietnam etc. sono tutti esempi di disastri programmati per la mancanza di un EndGame degno di questo nome.

Di EndGame ne avevo preparati tre. Il primo - Riconciliazione - non ha funzionato. Il secondo - Lavora in silenzio - e' quello attualmente in corso. E' uno scenario che funziona (senno' non sarei qui a scrivere il blog). Del  terzo scenario e' meglio non parlarne.

Mandela invece di EndGame ne aveva uno solo:  Riconciliazione. Ed ha funzionato. Non una soluzione perfetta, ma una soluzione buona abbastanza per evitare una guerra civile.

Dov'e' il segreto del suo successo? Durante i 27 anni passati in prigione ha fatto un enorme lavoro su se stesso:

"could spend thirty years (27) in a tiny cell, and come out ready to forgive the men who put him there."

Mentre eravamo in prigione, io passavo il tempo a costruirmi di nascosto un reattore a fusione miniaturizzato per far muovere un'industruttibile armatura, invece Mandela spaccava le pietre, leggeva questo poema:

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.


e pensava:
« Se io non so cambiare quando le circostanze lo impongono come posso chiedere agli altri di cambiare? »
So bene di dover percorrere ancora molta strada prima di avvicinarmi a quel luogo della mente dove Mandela e' gia' arrivato, quindi non ho la presunzione di chiedervi di cambiare e meno che mai di privatizzare la pace nel mondo.

Pero' - se fossi in voi - un'occhiatina a ScicosLab gliela darei.

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