domenica 24 ottobre 2010

Generals think the strategies but troopers win the wars

Il generale Grant, prima vincitore della guerra di secessione


e poi presidente degli Stati Uniti d'America


ci ha lasciato tre grandi insegnamenti:

1./ quello che fa la "opposing force" (per usare un termine moderno, Grant diceva solo "them", non usava _mai_ il termine "enemies") non ha molta importanza. Quello che conta e' quello che facciamo noi ("us");

2./ i generali possono anche pianificare la guerra, ma sono i soldati sul campo che decidono cosa fare e come farlo. Numerosi sono stati gli esempi di interi plotoni che hanno ingaggiato il nemico - nonostante chiari ordini contrari - per semplice "prossimita' ". In ultima analisi sono gli uomini sul campo che decidono la condotta ed il risultato degli scontri; i leader c'entrano fino ad un certo punto;

3./ quando la guerra e' finita, e' finita. Inutile continuare uno scontro che non ha piu' ragione di essere.

Vediamo adesso come applicare gli insegnamenti di Grant (che di nome faceva Ulisse, un nome che e' tutto un programma) a ScicosLab:

1./ Scicoslab sta avanzando in molte direzioni, ma ci sono ancora molte, moltissime cose da fare per migliorare la situazione. La nostra piu' grande debolezza e' che siamo dispersi e che nessuno di noi e' pagato per sviluppare ScicosLab, ovvero non possiamo dedicare il 100% del nostro tempo a questa attvita'. Lo sviluppo di ScicosLab continua per la pervicace determinazione di un numero relativamente basso di persone (una ventina). Ognuna di esse ha motivazioni ed obbiettivi diversi, ma comunque convergenti con gli altri. Io di motivazioni ne ho due ("due gusti, due baci"). La prima e' che ScicosLab rappresenta uno degli ingredienti fondamentali al fine di rendere pratico lo sfruttamento della fusione nucleare controllata che, a sua volta, e' una delle tecnologie chiave per salvare il nostro povero pianeta (e gli esseri piu' o meno intelligenti che ci vivono). La seconda e' la pura vendetta personale. Riusciro' a mantenermi lucido e a non ricadere nel "lato oscuro"? Nessuno puo' dirlo. Queste sono considerazioni che si possono fare solo a posteriori. Quello che mi preme comunicarvi e' che se sentite in me la presenza del "alto oscuro", vuol dire che il vostro intuito vi guida bene. Ma il fatto che sia presente non implica necessariamente che ne sia dominato. Per tornare alle cose concrete, abbiamo appena terminato il nostro primo corso di formazione su ScicosLab all'Universita' di Firenze.


Potrete trovare la descrizione del corso qui ed il materiale (presentazioni, documentazione, esempi) qua.

Il prossimo corso sara' in Aprile/Maggio in Germania, a Berlino per essere precisi. Perche' in Germania? Sono molte le motivazioni che ci spingono nella terra di Einstein, Plank, Heisemberg e Siemens.
Per me sono (a) la birra e (b) chi te la serve. Wunderbar.
Ho passato due fantastiche settimane a Karlsruhe, imparando un sacco di cose e conoscendo molte persone che - speriamo presto - faranno la differenza. Perche' sono le persone che fanno la differenza, non i generali.

2./ ScicosLab non ha abbastanza sviluppatori. Stiamo facendo del nostro meglio per reclutare volontari. Purtroppo questa azione e' frenata da diversi fattori. Per esempio la licenza idiota e il fatto che il nostro SVN non e' aperto per default. Certo, se mi mandate una mail (simone dot mannori at gmail dot com), vi posso dare l'accesso su due piedi (basta che vi fate riconoscere), ma non e' cosi' che dovrebbe funzionare. Ho sacrificato cinque anni della mia vita nella speranza che Scilab/Scicos potessero essere l'equivalente di Linux per il mondo della simulazione e della generazione automatica di codice. Cosi' non e' stato. I miei errori ed il fallimento di questa missione mi sono sempre davanti. Non so quanto tempo sara' necessario per rimettere le cose a posto. Purtroppo non posso contare di vivere come il Maestro Yoda fino a 800 anni, probabilmente arrivero' ad un decimo. Una sola cosa e' certa: non ho nessuna possibilita' di riuscirci da solo e le persone che lavorano su ScicosLab adesso non sono sufficienti. Servono piu' sviluppatori. Servono piu' braccia: le vostre.  

3./ "Figliolo, un giorno o l'altro questa guerra finira". Tutto quello che ha un inizio, ha una fine. Speriamo che arrivi presto questo giorno. Mi piacerebbe andarmene lasciando una situazione migliore di quella che ho trovato. Sono disposto a fare qualunque sacrificio per arrivare ad una soluzione giusta che ponga fine a questo conflitto che dilania le anime e disperde le forze. Un conflitto generato artificilmente da persone che non hanno nessuna competenza ne' interesse tecnico (e si vede bene dai risultati). Persone interessate solo ai soldi ed al loro potere personale. Persone che non hanno bisogno ne' di ScicosLab ne' di Scicos per fare il loro lavoro di tutti i santi giorni, ma gli vogliono per comprarsi la macchina nuova e fare delle lunghe vacanze in luoghi esotici mentre i loro dipendenti cercano disperantamente di far funzionare un codice che non conoscono perche' non hanno avuto (o voluto) trovare il tempo di comprendere cosa ci sta dietro. Persone che hanno rimosso la lista degli sviluppatori interni ed esterni perche' vogliono comparire da soli come unici padroni senza nessuna possibilita' di contraddittorio. Persone che hanno cercato - inutilmente - di comprarmi per ridurmi al silenzio. Persone che hanno rinunciato ai loro sogni e che vi vogliono imporre modelli che vi condizionino, portandovi a condividere il loro inferno sulla terra. Che se ne restino da soli nel loro inferno.

Noi ("us") continuemo a combattere per la nostra liberta'.


Una liberta' che ha un solo confine da non superare: la liberta' dei nostri simili. Quindi, se decidete che ScicosLab non fa per voi, non vuol dire che vi consideremo come nostri nemici. Rispeteremo la vostra decisione, qualunque essa sia. La nostra porta sara' sempre aperta per le persone che avranno il coraggio di farsi riconoscere.

Nel titolo di questo post ho usato il termine "trooper" perche' volevo indicare il soldato a cavallo.
Perche' ? Perche' in questa guerra la cosa piu' importante per il soldato non e' il suo fucile ma il suo cavallo.
Il nostro cavallo arriva subito, senza perdere tempo, basta fare un click (doppio) sull'icona. E' un cavallo un po' vecchio, ma affidabile.

Si chiama "ScicosLab". What else?

martedì 6 luglio 2010

The final frontier

"Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave stellare Enterprise, la cui missione quinquennale è quella di esplorare strani nuovi mondi, entrare in contatto con nuove forme di vita e civiltà ed andare coraggiosamente dove nessun uomo era mai giunto prima."

 
Il vantaggio di avere una casa in campagna in Toscana e' che, se il cielo e' limpido come oggi, si riesce a vedere la Via Lattea. Se abitate in una grande città, a causa dell'inquinamento luminoso e dell'aria non riuscirete mai a capire cosa sia la Via Lattea.


La mia missione quinquennale all'INRIA e' finita ufficialmente il 14 Giugno 2010.

Ed il 15 ne e' cominciata una nuova. Dal 15 Giugno sono in forza al centro ricerche ENEA del Brasimone, assegnato al reparto di engegneria sperimentale che si occupa delle tecnologie legate alla fusione nucleare.


Domani mattina mi svegliero' presto (come al solito), prendero' l'auto ed andro' in rotta verso l'ignoto.

Allora, direte voi, l'ultimo dei Jedi e' partito? L'Impero ha vinto? Siamo quindi condannati a vivere sotto il pugno del Governatore Tarkin e dei sui perfidi scagnozzi?

No, ScicosLab e e sara' sempre li. Fatevi guidare dalla Forza.

ScicosLab. What else?







mercoledì 30 giugno 2010

Code Camp

In queste ultime settimane sono successe un sacco di cose.

Anche troppe. Insomma avrei anche troppe cose da raccontarvi, cosi' tante che non so da che parte cominciare.

Inoltre mi sento un po' travolto dal completo stravolgimento del piano che mi ero preparato in precedenza. Sebbene vi abbia gia' spiegato che le cose non vanno mai come pensate che vadano, questa volta la realta' ha battutto l'immaginazione di molte lunghezze.

Devo inoltre confessarvi che sono positivamente stanco di tutte le cose che mi sono successe.

Per esempio non pensavo di avere il tempo di andare in vacanza, invece ci sono scappati anche alcuni (pochi) giorni di mare.

Penso che non vi meraviglerete se vi dico che la vita e' una scelta binaria: ho fai il surf o combatti.

Io ho sempre combattuto, non tanto perche' non mi piace il surf, ma perche' non so' nuotare.

Inoltre, d'istinto, se uno mi spara addosso, la prima cosa che mi viene in mente e' di renderegli la pariglia. Ma adesso non rispondo piu' al fuoco. Non ho piu' tutta la voglia di sparare che avevo quando ero giovane.

Visto che ero al mare, per una volta, avrei potuto fare anche il surf. Guardate come e' andata a finire:


E se zoommate:



Quindi vuol dire che nel mio destino devo sempre combattere, anche quando decido di fare il surf.

In ogni caso, che scegliate di combattere o di fare il surf, lo strumento e' sempre lo stesso.

ScicosLab. What else?




venerdì 4 giugno 2010

False flag operation

I Romulani sono orami diventati tanto perfidi quando prevedibili. Una combinazione che puo' portare solo ad una ed una sola conclusione: l'operazione "disastro annunciato".

Cominciamo dall'inizio: allo scopo di procurarsi una valida scusa per invadere la zona neutrale (posto tanto desolato quando ricco di risorse minerali) i Romulani si sono fabbricati una copia della USS Enterprise (NCC-1701-D, , classe Galaxy). Per distinguerla da quella vera, chiamiamola "Enterprises" (con la "s" finale, mi raccomando).


Per rendere credibili le azioni offensive della Enterprises, i Romulani sono ricorsi ad uno stragemma geniale (quanto stupido). Non si sono limitati a clonare l'astronanave: hanno clonato l'intero equipaggio!


Il tocco finale: i cloni non sanno di essere cloni, ma pensano di agire sotto il comando diretto della Flotta Stellare. Su Romulus e' stato creato un ambiente "teatrale" che riproduce il comando della flotta e le strutture dove i cloni sono stati addestrati. Una struttura prefabbricata e decadente, per capirsi.



In effetti si tratta della tipica operazione "sotto falsa bandiera" ("false flag operation").

E allora, come si fa a distinguere la vera Enterprise dal suo "clone" (Enterprises)? E' cosi' facile che non c'e' nemmeno bisogno di chiedere aiuto al mio vecchio amico dalle orecchie a punta....

La massa
Sulla massa non si puo' barare. L'Enterprises ha una massa molto maggiore di quella dell'Enterprise vera. E' pesa arrabbiata. Perche'? Perche' e' sovraccarica di sistemi d'armi non integrati raccattati qua e la con l'aiuto dei Ferenghi. Tutti sanno che aquistare sistemi d'arma da Ferenghi e' una operazione ad alto rischio. Infatti ...

Disfunzionamenti continui
Una rapida analisi dei sistemi vi mostrera' che la maggior parte di essi sono parzialmente o totalmente "en panne" (scusatemi del francesismo ma, chissà perche', mi viene di dirlo in francese; forse perche' in francese si capisce meglio). I Ferenghi vendono senza garanzia, cosi' il data base dei disfunzionamenti cresce a vista d'occhio ...

Equipaggio inesperto
Un clone non sara' mai pari all'originale, specialmente se e' cresciuto ad una velocita' innaturale in un prefabbricato fatiscente. Apprendere non vuol dire "clonare" il proprio maestro o memorizzare delle nozioni. Nel bene e nel male, e' impossibile clonare l'intuizione tattica di Kirk, la comprensione e l'umanita' di Picard, la logica di Spock, la visione strategica di Janeway, l'abilita' diplomatica di Sisko, lo spirito d'iniziativa di Archer e - modestamente - la faccia da poker di Riker.

Come Riker, non solo ho avuto la fortuna di conoscere e di lavorare di persona con tutti i capitani di cui sopra, ma ho pure il vantaggio strategico di essere sposato con una betazoide. Effettivamente devo ammettere di essere una persona fortunata e - come diceva Napoleone - di generali in gamba ce ne sono un sacco...ma a me interessano solo quelli fortunati.


La "fortuna" alla quale faceva riferimento Napoleone e' stata ben spiegata da Enzo Ferrari in una delle sue ultime interviste. "Lei mi domanda qual'e' il segreto del successo della Ferrari? Il segreto sta nel lavorare tutti i giorni per creare le condizioni che portano alla vittoria. Anche i giorni nei quali tutto va per il verso storto e si torna a casca con le tasche vuote sono utili per la creazione di queste condizioni.".


E' la lunga accumulazione di esperienze dirette che porta alla comprensione necessaria per prendere decisioni in tempo reale sul campo di battaglia, indipendentemente dal fatto che vi troviate sul ponte di una nave o nel box di un circuito di F1.

Durante il mio ultimo colloquio con la Flotta Astrale ho cercato di spiegargli questo concetto, ma loro non hanno capito. Ferrari chi?

Lo so - direte voi - che vuoi che ne sappiano i papaveri della flotta astrale di come si progetta e costruisce un motore a 12 valvole, una tecnologia oramai vecchia di 400 anni. Ma me e' servita per rimorchiare la betazoide.

Quindi - direte voi - adesso ci sono due classe Galaxy, quella vera e quella finta.

NO!

Vi siete dimenticati della Enterprise (mi raccomando, senza la "s") NX1!


Quindi i giocatori sono tre.


Piu' siamo, meglio e': vedrete che ci divertiremo un sacco con ...

ScicosLab. What else?

P.S. Ricordate che ci sono due categorie di persone: quelli che hanno accesso ai sorgenti di ScicosLab e quelli che invece ..... scavano la fossa ;-)

martedì 1 giugno 2010

Apocalypse Now

Perche' ho passato cinque anni in INRIA?

Saro' buono (ma solo per questa volta): vi risparmiero' la storia della cioccolata, del sesso e dei soldi (anche perche' la sapete gia').

Ho accettato l'offerta di INRIA non perche' sapevo qualcosa ma perche' NON sapevo qualcosa. Perche' ero avido di conoscenza. E voi sapete bene che l'avidita' funziona. Funziona _sempre_.


Ero infatti in quella fase della vita in cui si capisce che tutto quello che si e' imparato fino a quel momento, pur avendo un senso compiuto, rappresenta un bagaglio di conoscenze obsolete del quale bisogna trovare il coraggio di sbarazzarsi ... se si vuole continuare quel viaggio di nome "vita".

Lo so. Prendere una seconda laurea a 38 anni e' da pazzi. Ma per vivere consapevolmente la propria follia e' necessario prima comprenderla. E capire e' faticoso. Si sudano lacrime e sangue. E' per questo che conviene tenere un asciugamano al collo.

Insomma, avevo chiesto una missione e il Buon Dio me ne aveva assegnata una. Per raccomandata. Anche se ero partito per imparare qualcosa che non sapevo, lo scopo finale della missione era quello di uccidere Kurtz. Ma quando arrivai prossimo alla fine del viaggio le cose non andarono esattamente come previsto.
Detto tra noi, le cose non vanno MAI come previsto. Le cose vanno come devono andare. Lungo il viaggio avevo imparato tutto quello che c'era da sapere su Kurtz. Probabilmente lo conoscevo meglio di quanto conoscessi me stesso. Lui poteva prendere la mia vita quando voleva.

Ero in mano sua.

Ma non si prese la mia vita. Allora decisi di regalargliela.

E lui mi mostro' la lumaca scivolare lungo il filo del rasoio. Mi spiego' come funzionano le zero crossing surfaces. Cosmico. Cosa ci puo' essere di piu' sublime che condividere la propria conoscenza?
Ogni allievo ha il diritto/dovere di interpretare a modo suo gli insegnamenti del maestro. Insegnare non e' una clonazione. Insegnare significa impare ad apprendere per poi imparare ad insegnare.

Ma il film finisce che Marlow ammaza Kurtz. Vero. Ma quello era un film, mentre questa e' la realta', una realta' assolutamente non virtuale. Kurtz tornera', tornera' presto. Ci potete scommettere. E ne vedrete delle belle.

Spero che verrete in molti al corso che stiamo organizzando in collaborazione con le universita' di Firenze, Pisa e Siena (Arezzo). Piu' siamo e piu' ci divertiremo: abbiamo prenotato un'aula da 300 posti che difenderemo fino all'ultimo uomo.

Difenderemo con le unghie e con i denti il nostro sacrosanto diritto di insegnare i giorni pari,  imparare i giorni dispari e riposarsi almeno un giorno su sette.

Difenderemo i nostri diritti e doveri con una sola arma:
con ScicosLab. What else?

P.S. Ma se venite con Matlab/Simulink sarete comunque benvenuti. Meno male che c'e' la Mathworks.

Modern warfare

Una delle lezioni piu' importanti che ho imparato negli ultimi cinque anni passati qua in Francia viene dalla lettura dei documenti - disponibili apertamente su Internet - prodotti agli analisti militari francesi e dall'esperienza dei due anni passati al lavoro con Didier. Per adesso accontentatevi di sapere che Didier e' un ufficiale della riserva che si e' fatto le ossa in Digital Equipment. Ai tempi nei quali le aziende private erano fatte ancora di uomini e non di risorse umane.


Se sono quello che sono e' anche grazie agli insegnamenti di Didier.

Il fatto che abbiamo preso due strade diverse e' un dettaglio marginale. Come disse Patton al suo amico, collega e superiore Omar Bradley: "In questa fottuta guerra di fottuti politicanti da strapazzo mi sono rimasti solo due uomini su cui posso sempre contare: tu e Rommel. Ma su di te comincio ad avere qualche dubbio.".

I documenti piu' importanti sono i RETEX (RETurn from EXPERIENCE) ovvero i rapporti che descrivono - nei dettagli - le dinamiche dei fatti malamente esposti sui giornali e - peggio che mai - alla televisione.

La televisione: l'arma di distrazione di massa piu' potente mai concepita ed usata dall'uomo contro l'Uomo. Un'arma contro la quale non c'e' ne' fuga ne' difesa. Un'arma usata senza riguardo su milioni, no, miliardi di civili innocenti senza diritto di replica. La televisione e' un'arma. Non per nulla il calibro di una televisione si misura in pollici. Ma mentre il buon vecchio George andava in giro con una 0.45", una TV media viaggia intorno a 45.0" ovvero 100 volte tanto! Questo si che si chiama progresso.

Il RETEX piu' impressionante che abbia mai letto e' quello relativo alla battaglia di Falluja, dove l'esercito francese aveva osservatori in _entrambi_ (!!!) i campi avversi. La guerra raccontata dall'interno, non i comunicati pubblicitari del Pentagono o la propaganda delirante dei resistenti votati al martirio.

Quelli fra di voi che hanno giocato a Modern Warfare avranno notato l'impressionante parallelo tra il primo scenario di MW e quello che e' successo negli ultimi giorni.

L'Esercito Israeliano non e' esattamente un campione della trasparenza ne', ultimamente, ha dimostrato di saper fare un uso intelligente e saggio della forza. Vediamo di esaminare le varie fasi dell'operazione "disastro annunciato".

Questo e' il RETEX che scriverebbe il mio vecchio istruttore: il Capitano Price (SAS).


Tra me e lui ci sono sole due differenze: non ho i basettoni (perche' non mi crescono) e non fumo il sigaro (per scelta). Entrambi ci siamo fatti due anni di prigione, dove ci avevano dati per morti. Ma i veri soldati non muoiono mai, non tanto perche' le loro gesta verrano cantate in eterno (in un blog? ma siamo seri ...), ma perche' hanno imparato il vero senso della vita (che poi - per farla corta corta - sarebbe la vita stessa). 

Perdita immediata del fattore sorpresa
Una degli elementi forndamentali di una operazione militare e' il fattore sorpresa. Perdere il fattore sorpresa vuol dire perdere il 50% della battaglia in partenza. La controparte _non_ deve essere al corrente della minaccia attiva. Questo non vul dire che il fattore sorpresa deve essere necessariamente utilizzato in maniera aggressiva. Al contrario. La sorpresa passiva, ovvero riuscire a mantere completamente "stealth" la missione, e' un fattore di sicurezza e tutela della vita umana. La perdita del fattore sorpresa/stealth, in simulazioni degne di questo nome (Metal Gear Solid 2) porta al fallimento immediato della missione.

Errore nel proseguo dell'operazione
Infatti, se sei perde il fattore sorpresa, la cosa piu' intelligente da fare, se possibile, e' abortire immediatamente la missione. La derisione e' infinitamente meglio che la conta dei morti.


Mancata saturazione dell'obiettivo
Se il fattore sorpresa e' perso, c'e' sempre la possibilita' di saturare il campo di battaglia. Questa era un po' l'idea della missione "Irine" (Black Hawk Down) a Mogadiscio. Non ha funzionato, ma almeno ci avevano pensato. Gli istraeliani hanno usato un solo Black Hawk in "single rope (una corda sola). In queste condizioni e' impossibile saturare di soldati una nave in tempo utile. Inoltre sono scesi uno alla volta e non due come i Ranger o in tre come gli incursori di marina franncesi.

Errata valutazione della minaccia
Qual'e' la tipologia dell'avversario? Sono terroristi armati fino ai denti comandati da mercenari senza scrupoli, oppure pacifisti arrabbiati provenienti da circoli intellettuali frequentati da borghesi cattocomunisti benestanti?

Errata risposta tattica
Mentre nessuno contesta la soppressione a sangue freddo di un noto terrorista, la reazione armata verso civili incavolati ma disarmati non e' accettabile. Me lo hanno ripetuto fino a farmi bruciare il cervello: sulla folla non si spara. Mai, in nessun caso si puo' sparare sulla folla. Se la situazione non e' gestibile bisogna rompere il contatto.


Cattivo uso delle armi
Come e' gia' successo un molte occasioni, davanti alla folla inferocita in soverchiante superiorita' numerica, i soldati - specie se giovani - si fanno prendere dal panico e cominciano a sparare.
Errore madornale.

Conclusione
Missione pianificata male ed eseguita peggio.

Esistevano delle alternative?
Ovviamente si. Per esempio si poteva neutralizzare la nave con una piccola carica di esplosivo che avrebbe fatto saltare il timone e danneggiare elica ed albero. Si poteva contaminare la nave con un virus (non mortale, un livello II/III) e poi mettere la nave in quarantena.

La lista delle opzioni e' lunghissima.

Se a bordo c'erano veramente delle armi, sarebbe stato piu' intelligente farle arrivare a destinazione e poi mostrare i video della consegna (ad Israele droni e satelliti non mancano).

Ma allora perche' tanta incompetenza?
("incompetenza" : Mark this word my dear friends).
Purtroppo bisogna considerare che l'attuale capo del governo Benjamin Netanyhahu e' il fratello di Yonatan "Yoni" Netanyahu.

Le forze speciali istraeliane (IDF) hanno - in passato - condotto numerose operazioni di successo che sono entrate nei libri di storia. Entebbe ad esempio. Entebbe fu un successo clamoroso: riuscirono sia a mantenere il fattore sorpresa che a saturare completamente l'obiettivo (con 100 operativi!). Quasi tutti gli ostaggi (103)  vennero liberati. Tutti i terroristi vennero neutralizzati.

Ci fu solo un morto nelle forze speciali israeliane: Yoni, il fratello maggiore di Benjamin.

La vendetta personale e' una motivazione potente quanto pericolosa.
Fatevelo dire da chi ha passato due anni su Rura Penthe.

Chi non conosce la storia e' destinato a ripetere gli errori del passato.

Per chi invece la storia la conosce.....

.... Scicoslab. What else?

P.S. Thanks for the gulag mission Soap :-). See you the 18th June.

PPS :Almeno Israele e' una democrazia matura dove c'e' diritto di autocritica. Imparare dai propri errori e' dura (meglio imparare dagli errori degli altri). Ecco qua il riassunto del debriefing "ufficiale".

War poets

Non ho mai avuto una grande sensibilita' per la poesia. Forse perche' sono un ingegnere materialista e politicamente scorretto. O forse solo perche' sono semplicemente ignorante (ma non iGNUrante).

Per farla corta, trovo difficile capire la voglia di scrivere poesie quando ti sparano addosso.

http://en.wikipedia.org/wiki/War_poet#World_War_I

Mio bisnonno venne fatto prigioniero dagli austriaci quasi subito, dopo nemmeno un mese di fronte. All'epoca l'esercito italiano era comandato da ufficciali mediamente poco competenti, in generale incapaci di comprendere gli aspetti tattici della guerra moderna.

I nelle file tedesche c'erano personaggi del calibro di Rommel (semplice tenente), Patton (capitano) o De Gaulle (anche lui prigioniero).

Mio bisnonno fece due tentativi di fuga, entrambi falliti. Il secondo - che richiedeva l'attraversamento di un lago giacciato - non ebbe successo. Per sua fortuna: perche' il giaccio non era sufficentemente spesso. Gli Austriaci, urlando come pazzi forsennati, avvertirono mio bisnonno. Certo, potevano sparagli alla schiena 

Ma perche' sprecare una pallottola? Se avesse proseguito sarebbe comunque morto. Mio bisnonno, che mi ha insegnato come tirare su un muro con il filo a piombo e come si puo' tagliare e/o saldare una rotaia di acciaio (di quello tosto) con una reazione chimica, era un contadino. Ma non era stupido.

Gli ascolto' e decise di tornare indierto.
Alle volte i nemici sono meno cattivi di quello che si pensa.

Per farla corta, sopravvivere in guerra non e' difficile. Basta evitare di fare qualche grossa stupidaggine. Come farsi ammazzare, ad esempio.

A me non sparano addosso (per ora), ma ci sono attivita' che richiedono una attenzione ancora maggiore.

Tipo la data di nascita su di un contratto di lavoro, mandare un FAX all'indirizzo giusto, scegliere un software di simulazione che funziona.

ScicosLab. What else?

P.S. La moglie del mio bisnonno si chiamava Ada. Nonna Ada ci ha lasciato il giorno prima dell'arrivo del mio primo vero computer (PC 1500 Sharp). Poi si dice che la vita e' fatta di coincidenze. Col cavolo.
"Where you see coincidence I see purpose; where you see chaos I see order. Do you believe in fate Neo?".

sabato 29 maggio 2010

Schrödinger's cat

Sebbene ci siano infiniti modi di ammazzare il gatto,

non vi nascondo che la ricetta per fare un team che funziona ce l'ho.

L'ho provata diverse volte con ottimi risultati. Ci siamo divertiti a portare a termine la missione. Anche se poi ci abbiamo rimesso le penne.

Ma non sono piu' convinto che sia la soluzione ottimale.

Probabilmente e' possibile fare di meglio. Come? Ancora non lo so, ma ho la sensazione che lo scopriro' presto.

Molto presto.

La cosa piu' difficile sara' acquisire dei dati senza perturbare il sistema.
L'ideale sarebbe essere invisibile,

 ma non sarebbe ne' "sportivo" ne' corretto nei confronti dei miei futuri potenziali colleghi.
Una sola cosa e' certa: la c'e' qualcosa. E non e' umano.

Per me, che sono sposato con una Betazoide, ho un amico Vulcaniano e mi sono fatto due anni su di un falco da guerra Klingon (i soliti trasferimenti a sorpresa della Flotta Stellare),  e' una notizia dannatamente positiva.

Moriremo tutti? Ovviamente si. Ma non oggi. E - forse - nemmeno domani.

In tutti i casi.... ScicosLab. What else?

A Farewell to Arms

Mercoledi' scorso ho ricevuto due eventi - critici ??? - non programmati.

Il primo proveniva dall'Italia: le Poste Italiane si sono rifiutate di consegnare una lettera raccomandata - a me diretta - a mio suocero. Mittente sconosciuto.

Ministero della Difesa? Afghanistan? E' una possibilità.
Se e' cosi' ho tre giorni per presentarmi, altrimenti saro' considerato disertore, quindi punibile con la fucilazione. Ma no: questa legge si applica solo al codice militare in tempo di guerra e l'Italia non ha dichiarato guerra all'Afganistan (e neppure il contrario, che io sappia). Invece i due tizi della foto si divertivano un casino a dichiarare guerre a destra e a manca. Sappiamo tutti bene come e' andata a finire.

Inoltre c'e' stato un recente emendamento che annulla l'opzione di essere passati per le armi su due piedi. Peccato: ho sempre sognato di comandare il mio plotone di esecuzione. Odio perdere l'illusione di avere il completo controllo della situazione. Come dice sempre Franco, ScicosLab e' una questione di ego.

Parole Sante.

 Per me invece rimane una questione di miccia corta. Franco chi? Ne parleremo in un prossimo post.

Ho la vaga impressione di aver dimenticato di comunicare il mio nuovo indirizzo quando (tre anni fa) mi sono trasferito dalla Cite Universitaire a Versailles. Vorra' dire che manderanno il poveretto che occupa il mio vecchio alloggio a combattere al posto mio. C'e' una elevatissima probabilita' che il mio vecchio alloggio sia occupato da un (medio) orientale di cultura mussulmana. Sarebbe tutta da ridere. Per noi, ma non per lui.

Non manchero' di tenervi informati sugli sviluppi della faccenda.

Aggiornamento (Sabato 29): non era il Ministero della Difesa. Peccato. Ignazio e' stato e rimane sempre un mito.

Scherzi a parte, i miei Colleghi che sono adesso in Afganistan rischiano la pelle ogni minuto di ogni Santo Giorno che il buon Dio manda in terra. E c'e' poco da ridere.
E la raccomandata? Silenzio stampa fino al 10 Giugno. Per adesso vi posso dire solo che si tratta di un evento critico, quindi devo stoppare il solver e .... (vi piacerebbe che vi raccontassi come funziona il solver di Scicos eh ... :-) ). Prometto che ve lo raccontero' in un prossimo post.

La seconda sorpresa (di Mercoledi 26) e' stata la materializzazione - nel mio ufficio - del mio vecchio amico Roberto di Cosmo.
La missione di Roberto era specifica: "Ti sarei grato se tu mi spiegassi come funziona ScicosLab. Le informazioni in mio possesso mi portano a risultati contraddittori. Non e' logico.".

ScicosLab non e' una questione di logica. ScicosLab e' come se un cuoco cercasse di preparare un piatto di lasagne ma alla fine quello che viene fuori e' un piatto di spaghetti. Spaghetti software.

Spiegare la struttura software di  ScicosLab e' un po' come aprire un ristorante italiano su Vulcano.
Devi trovare una motivazione logica per farti ascoltare. Altrimenti finisci per avere zero clienti. E gli amministratori vulcaniani ti faranno chiudere: tenere aperto un ristorante con zero clienti non sarebbe logico.
Facciamo quindi finta che ScicosLab sia organizzato in maniera logica. Cosa che e' palesemente falsa ma - come oramai tutti sanno - a me piace giocare a poker solo per il gusto di barare apertamente.

Quando si preparano le lasagne, si comincia sempre dal fondo.

Lo strato piu' basso e' costituito dall'insieme di librerie matematiche di base per il calcolo vettoriale/matriciale. In altre parole BLAS, LAPACK e compagnia bella. Queste librerie di basso livello sono scritte nativamente in FORTRAN e sono dannatamente veloci ed efficienti nel fare il loro lavoro. Sono delle "vacche sacre" del software, nel senso che _nessuno_ ha intenzione di mettere in discussione il loro ruolo e la loro struttura. Ovviamente nel corso degli anni che' stata una certa evoluzione, per cui oggi si trovano delle librerie matematiche che utilizzano le nuove tecnologie multi-core e GPU computing. Esempi tipici sono le librerie MKL (Intel) e ACML (AMD). Io - che le ho provate entrambe - vi consiglio le seconde: le ACML girano bene su qualunque processore di classe x86, supportano tutti i sistemi operativi e tutti i compilatori.

Al livello sopra le librerie di base c'e' l'interprete del linguaggio Scilab. L'interazione dell'interprete avviene attraverso una console, la classica command line interface tipica dei tempi dei terminali (seriali). Strumenti provenienti da tempi piu' civilizzati, quando ancora la Repubblica aveva un sito internet e l'Impero ancora non c'era. Tempi nei quali si potenva tenere aperto un repository SVN senza paura di essere spazzati via dalla Galassia.

Fare calcoli con vettori e matrici puo' essere divertente, ma l'occhio vuole la sua parte. ScicosLab include un buon supporto per la grafica: tutte le primitive classiche 2D e 3D e l'interazione con mouse, tastiera, menu' dinamici ecc...

Il linguaggio Scilab ben si presta per essere eseguito da un interprete, mentre un compilatore potrebbe avere dei problemi di carattere esistenziale. Ad esempio, questo frammento di codice e' tranquillamente accettato

a = sin(theta);
a = "pippo";

Oppure, ancora piu' drastico

sin = 1 ;

Quindi, non solo non e' necessario dichiare le variabili, ma si puo' cambiare il tipo al volo, come si puo' ridefinire una funzione di base (come "sin") a nostro piacere. Queste - ed ancora molte altre - features sono la conseguenza piu' o meno diretta dell'organizzazione interna di dell'interprete Scilab, ovvero lo STACK.

Lo STACK croce e delizia dell'interprete Scilab funziona cosi': tutte le volte che definite una variabile:

a = 1 ;

una funzione

function  y = f(x), f = x^2 ; endfunction

quanlunque cosa, questa viene messa in cima ad una pila (identificativo e contenuto).
Quando alla riga di comando arriva alla fine
[Enter]
l'interprete comincia a scannare la pila alla ricerca del simbolo "a" nel nostro caso. Il primo che trova, lo piglia. E' per questo che la refinizione di "sin" funziona: la _vera_ funzione sin(x) e' nascosta in fondo (molto in fondo) allo stack.

E Roberto disse: "Questa organizzazione non solo non e' logica: e' malsana.".

E Simone rispose: "Il linguaggio Scilab non e' una questione di logica, ma di comodita' per l'utilizzatore; tipicamente qualcuno che non sa un tubo di programmazione ma conosce bene la matematica della sua applicazione".

La discussione con Roberto e' poi passata a Scicos.

In tempi meno bui si diceva: "Il futuro ha un cuore antico".

Oggi, molti guardano i mercati, la borsa e presentano roadmap irrealistiche che alimentatono aspettative irrealizzabili. A queste persone consiglio di farsi un tre mesi di addestramento militare intensivo, oppure un periodo ragionevole in un monastero tibetano. E poi un turno di sei mesi in Afghanistan.

Per tutti quelli che hanno ancora un cuore che batte, vi auguro - di cuore -  di avere una vita lunga e prosperosa con ...


ScicosLab. What else?

martedì 25 maggio 2010

Linkedin

Devo ammettere che Claudio (vedi post precedente) ha dovuto insistere un bel po' prima di convincermi ad aprire un profilo su Linkedin. All'epoca ero ancora rinchiuso su Rura Penthe e quindi temevo di vincere un bonus addizionale di tortura& intimidazione (come poi e' stato). Tortura: 9/20 decisamente insufficente. Intimidazione: 18/20 al di sopra della media. Bravi. Perche' i voti in ventesimi? Ne parlermo in un prossimo post.

Ma questa e' storia vecchia.

L'intuito di Claudio - una volta di piu' - si e' rivelato fondamentale per aiutarmi a risolvere una situazione decisamente critica con una mossa tanto audace quanto vincente. "Who dare win"
"Chi osa vince". Nell'ipotesi di sopravvivere alla propria audacia, ovviamente.

Anche se non concordo con l'attuale uso dello strumento militare (e sono in buona compagnia, vista la lunghezza della la lista del personale - principalmente ufficiali - SAS che ha dato recentemente le dimissioni) le SAS hanno due incredibili punti di forza: la formazione e l'organizzazione dei team. Ne parleremo in un prossimo post.

C'e' voluto un po' di tempo e pazienza, ma adesso il mio profilo Linkedin e' completo. Non so se rispecchia bene quello che sono ma - almeno - permette di farsi un'idea di quello che faccio.

Una delle feature che ho recentemente scoperto di Linkedin e' l'esistenza di gruppi di lavoro su tematiche specifiche.
 
C'e' perfino un gruppo "Open Source System Simulation with Scilab / Scicos" al quale mi sono immediatamente iscritto ed ho cominciato una operazione di comunicazione intensiva su ....

ScicosLab. What else?

lunedì 24 maggio 2010

Il quarto uomo

POST A SCOPPIO RITARDATO
 (MK-182-HD) SCRITTO IL 6 MARZO 2010.

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Da piccolo sognavo di fare il top-gun: passare la maggior parte del mio tempo con il culo installato su di un sedile eiettabile (rigorosamente Martin Backer) a fare decolli e appontaggi.


 Da grande invece volevo fare il ricercatore chiuso in laboratorio.


Nella realta', faccio tutte e due le cose, anche se mi rendo conto che mettere latte e limone insieme nello stessa tazza da the puo' produrre strane reazioni chimico/fisiche.


Infatti, appena attererrato da Cadarache, fatto il rapporto a Francois e sbrigata la burocrazia, ho preso il primo aereo per Lugano, Svizzera.

Detto fra noi, io odio viaggiare e, ancora di piu', viaggiare in aereo. Visto che questo blog non lo legge nessuno, ve lo posso anche dire: ho il terrore di volare. L'idea di precipitare mi da i brividi. Pero' non perdo un'occasione per saltare in groppa a qualunque cosa in grado di staccarsi da terra.

Vediamo di arrivare ai motivi di questo viaggio. Cosa c'e' di tanto interessante in Svizzera?

La cioccolata. Tutti sano che sono goloso, quindi la cioccolata svizzera potrebbere essere una buona motivazione. Pero', con tutto il rispetto per il cioccolato svizzero, preferisco quello belga.

Il sesso. Come per la cioccolata, ho trovato di meglio altrove. Dove? Sara' il soggetto di un prossimo post.

I soldi. Generalmente i soldi si portano in Svizzera. Io, che di soldi non ne ho, in Svizzera gli vado a prendere. Ma questo sara' l'argomento di un altro post ancora.

Il casino' di Lugano. A me non piace giocare. Mi diverto solo se la partita e' truccata e posso barare, sopratutto se gli altri sanno che baro ma non capiscono come cavolo faccio.
I casino' sono sistemi dove il banco vince quasi sempre, per cui entrare come semplice giocatore destinato matematicamente ad essere spennato non mi interessa. Poi di soldi da buttare non ne ho.

Il lungo lago di Lugano. Effettivamente e' piacevole passeggiare sul lungo lago. Lo trovo molto rilassante, ma posso rilassarmi allo stesso modo nel parco della reggia di Versailles (500 metri da dove scrivo in questo momento). Poi Carla Bruni e' piu' interessante del fratello (buono) di Bin Laden. 

La SUPSI. La SUPSI in se e' una bella scuola svizzera, ma il vero valore di una struttura e' fatto dalle persone che vi lavorano. Alla SUPSI lavorano un sacco di persone che meritano di essere conosciute.

Roberto Bucher e' una di queste. Roberto, dopo molti anni passati all'interno di grandi aziende come Siemens, ha deciso di andare a fare l'insegnante. Uno dei tanti contributi di Roberto e' l'adattamento del generatore di codice interno di Scicos alle applicazioni embedded.

Un ingrediente fondamentale per la realizzazione di un sistema di controllo digitale e' un buon sistema operativo hard real time (vedi i post precedenti su RTAI).

Per Scicos-FLEX abbiamo deciso di usare Erika ed il suo sistema di sviluppo integrato basato su Eclipse.

L'idea di Scicos-FLEX e' infatti partita da Paolo Gai. PJ passa la maggior parte del suo tempo a rispondere alle email ed a gestire la sua azienda (Evidence), ma riesce sempre a trovare il tempo per scrivere un po' di codice.

Come fa'? E' un miracolo che sara' probabilmente oggetto di un prossimo post. Perche' i miracoli, a volte, accadono per davvero.


Ci siamo ritrovati a casa di un amico - il quarto uomo, per adesso chiamamolo Claudio - che ci ha gentilmente ospitato nella sua cantina per un pomeriggio. Abbiamo cominciato alle tre e abbiamo fino alle sei del pomeriggio di venerdi'. Paolo mettera' presto il codice in linea sul sito di Evidence.

AGGIORNAMENTO: Il codice e' in linea :

http://erika.tuxfamily.org/scilabscicos.html
 
pronto ad essere utilizzato con ScicosLab 4.4b7.

ScicosLab. What else?

sabato 22 maggio 2010

Invictus

Il film in se non e' che sia poi un gran che: avrebbero potuto fare di meglio. Ma e' il messaggio che porta mi ha colpito diritto al cuore.

Quando ero su Rura Penthe la mia missione era semplice: sopravvivere e scappare. La prima parte e' stata relativamente facile. Erano anni che studiavo la dinamica guardia/prigioniero/tortura. Tra le esperienze indirette (i miei Nonni con i tedeschi, Magnum in Vietnam, Solzhenitsyn in Siberia e Mandela a Robben Island) e quelle dirette (15 anni di vita in azienda, 3 mesi di addestramento militare intensivo) era impossibile non riuscire a sopravvivere. Sopravvivere e' facile: e' come andare in bicicletta.

Scappare invece e' stato un pochino meno facile. Scappare da soli e' relativamente facile. Un sacco di gente era gia' scappata da Rura Penthe prima di me. Purtroppo, io non avevo il lusso di andarmene quando volevo perche' ero soggetto a diversi vincoli. Il primo dei quali, evitare che ci potessero essere rappresaglie su altri prigionieri. Ho dovuto quindi aspettare la loro partenza. Ci sono stati poi altri vincoli di carattere "politico". Ad esempio la fuga non doveva procurare danni collaterali.

I 2 anni che ho passato su Rura Penthe sono una vancanza rispetto ai 27 spesi da Mandela a Robben Island.
Ma quello che fa la veramente la differenza tra me e Mandela sta in quello che pensavamo di fare una volta riguadagnata la liberta'.

Il segreto del successo di ogni operazione militare sta nella sua "coda" politica, ovvero quella cosa meglio nota come "End Game Scenario". E' l' EndGame che fa la differenza.

Iraq, Afghanistan, Vietnam etc. sono tutti esempi di disastri programmati per la mancanza di un EndGame degno di questo nome.

Di EndGame ne avevo preparati tre. Il primo - Riconciliazione - non ha funzionato. Il secondo - Lavora in silenzio - e' quello attualmente in corso. E' uno scenario che funziona (senno' non sarei qui a scrivere il blog). Del  terzo scenario e' meglio non parlarne.

Mandela invece di EndGame ne aveva uno solo:  Riconciliazione. Ed ha funzionato. Non una soluzione perfetta, ma una soluzione buona abbastanza per evitare una guerra civile.

Dov'e' il segreto del suo successo? Durante i 27 anni passati in prigione ha fatto un enorme lavoro su se stesso:

"could spend thirty years (27) in a tiny cell, and come out ready to forgive the men who put him there."

Mentre eravamo in prigione, io passavo il tempo a costruirmi di nascosto un reattore a fusione miniaturizzato per far muovere un'industruttibile armatura, invece Mandela spaccava le pietre, leggeva questo poema:

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.


e pensava:
« Se io non so cambiare quando le circostanze lo impongono come posso chiedere agli altri di cambiare? »
So bene di dover percorrere ancora molta strada prima di avvicinarmi a quel luogo della mente dove Mandela e' gia' arrivato, quindi non ho la presunzione di chiedervi di cambiare e meno che mai di privatizzare la pace nel mondo.

Pero' - se fossi in voi - un'occhiatina a ScicosLab gliela darei.

venerdì 21 maggio 2010

The right window for innovation

Molti anni fa, quando ancora mi baloccavo con gli amplificatori operazionali ed uno del cinque peggiori attori di Hollywood era stato da poco nominato presidente degli Stati Uniti d'America - salutatelo...
... perche' e' stato un grande Presidente - ho incontrato una persona che ha radicalmente cambiato il corso della mia vita. Per adesso chiamamolo Thomas. No, non parlo di Thomas Magnum.
Thomas non e' un personaggio inventato: e' una persona in carne ed ossa sulla quale reale identita' - per ragioni che comprenderete in seguito - devo mantenere una certa discrezione.

Di Magnum invece ne parlermo in un prossimo post. Per adesso accontentatevi di sapere che mio nonno era la fotocopia di Higgins e la mia storia personale assomiglia pericolosamente a quella di Magnum (ma senza i baffi).

La Ferrari l'ho lasciata ad Arezzo, mentre il via vai di donne bellissime - inclusa una giovane e sconosciuta Sharon Stone - appartiene al sub-spazio complesso con parte reale uguale a zero. Basic instinct.

Mi ricordo che Thomas (quello vero), nel sul italiano approssimativo e stentato (all'epoca - 1982 - non sapevo l'inglese),  mi spiegava.... Simone, vedi la finestra?

Bene. Da casa mia in Florida posso far entrare un missile in una finestra a Firenze. Il missile navighera' fino a casa tua integrando due volte le tre accelerazioni e poi si cerchera' da solo la finestra usando la telecamera che ha sul muso. Vi raccontero' dei primi test Thomas in Vietnam (Maggio 1966) in un prossimo post.

 Per adesso concentriamoci su di un una finestra specifica, quella meglio nota come Windows Vista.


A me Vista non e' mai piaciuto. Adesso non piace piu' nemmeno a Steve Ballmer


Ballmer took an honest-yet-surprising turn and admitted that Microsoft fell short with Windows Vista. "We tried too big a task and in the process wound up losing thousands of man hours of innovation," Ballmer said. He added that Microsoft spent too many years building the Windows Vista operating system, but then paused to question about the appropriate time frame for research and development.

Steve ha capito di essere stato preso per i fondelli dai sui stessi dipendenti e sta cercando di trasmettere la lezione ad altri suoi colleghi, trai quali  Timothy Geithner, Rania Al Abdullah  e Warren Buffett.

Vediamo se riesco a spiegarvi come funziona  "l'arnaque" ( "La stangata" in italiano, ma in francese si capisce meglio).
Prima di tutto vi serve un piccione (da spennare). Ad esempio il vostro capo. Il vostro capo e' un cretino avido che non capisce assolutamente nulla dei meccanismi di base dello sviluppo hardware/software di un prodotto. Soprattutto software. Ma anche Hardware.
Poi vi serve una moneta (il vostro capo e' avido e l'avidita' funziona. Funziona _sempre_ ).
Le monete hanno due faccie: quella tecnica e quella del "bla_bla". Visto che al capo farete vedere solo quella del "bla_bla" cominciamo da quest'ultima.

"Per vincere la concorrenza dobbiamo innovare. Dobbiamo introdurre una interfaccia grafica di nuova generazione basata su di un kernel completamente modulare dove i driver video sono nello spazio utente e l'ambiente desktop e' intrinsecamente 3D. Dobbiamo ripensare l'intera architettura del prodotto, non semplicemente migliorare quello che esiste gia' - XP -.".

Il lato tecnico e' invece un pochino diverso:

"Se riusciamo a farci approvare questa roadmap avremo lavoro per i prossimi quaranta anni. Le prime versioni usciranno presto, ma saranno lentissime e buggate a morte. Daremo la colpa alle librerie di terze parti che abbiamo comprato o fatto sviluppare a caro prezzo. I costruttori di schede video impazziranno per implementare le nuove API DirectX 11. I nuovi driver saranno buggatissimi, ma gli utenti non si lamenteranno troppo perche' - essendo nello spazio utente - potranno essere "resettati" al volo in caso di crash. Il desktop 3D obblighera' l'uso di schede 3D-accelerate (per spostare una cartella sul desktop)". 

Ballmer:
"What is the right window for innovation?" he asked the audience. "Six months? Ten years? Three years?" He said that the company has previously bet on things that are too far in the future, however he didn't specify any particular product (although Vista and the PC tablet are prime candidates).

Alla domanda "Qual'e' la dimensione giusta per la finestra dell'innovazione?". Tanto per cominciare, come direbbe Rocco,  "Size does matter". Gia' questa e' una ipotesi importante, soprattutto se a confermarla e' uno che la sa lunga sull'argomento.

La mia risposta e' : "Dipende".

Il segreto sta nel capire la costante di tempo dominante del lavoro specifico. Ci sono dei lavori che si fanno in fretta ed altri che non possono essere fatti in fretta ma che possono beneficiare di traiettorie di sviluppo accelerate. Usando le giuste ipotesi e le corrette scelte strategiche, s'intende.
Ad esempio Maestro Linus e' lo Yoda della situazione. Linus sapeva benissimo che non avrebbe avuto un tempo infinito da dedicare a Linux, ne' un team di sviluppatori di dimensioni altrettanto infinite.
Coerentemente con scelta strategica di fare un SO Unix like (perche' reinventare la ruota?) decise quindi di prendere la strada piu' corta: tagliare la curva di sviluppo usando un kernel monolitico.

Ricevette immediatamente l'accusa di eresia via email. Per sua - e nostra - fortuna, Linux non lavorava per nessuna ditta e/o organizzazione. Evito' quindi sia di bruciare sul rogo sia di congelare le chiappe su Rura Penthe (non fatemici ripensare).

Conclusione: Linux funziona molto ma molto meglio di Vista. Provate l'ultima Ubuntu. Rimarrete a bocca aperta.
 (sembra OSX ;-) ).

Steve Ballmer ha capito che si e' fatto fregare dai suoi stessi dipendenti disonesti. Non per nulla, come diceva il mio prof. di chimica: "Il simile va con il simile. La chimica, come la vita, e' una questione di affinita' elettive.".


Essere "dipendente" - come dice sempre Beppe Grillo - non e' una bella cosa. La soluzione e' essere IN-dipendente. In altre parole : LIBERO.  FREE AS FREEDOM.


 
Il team che sviluppa ScicosLab ha fatto scelte analoghe: viste le ridotte dimensioni del team e la scarsita' di risorse abbiamo deciso di continuare ad usare il kernel di Scilab 4.x (con supporto GTK, piccoli miglioramenti e bux fix, perche' reinventare la ruota?) e di concentrare la nostra attenzione sullo sviluppo di Scicos, sia come simulatore che come piattaforma di sviluppo per applicazioni embedded.

Tutto questo nell'ottica di un prodotto leggero e flessibile, qualcosa che gira bene sia su di un piccolo netbook che sul supercomputer del CEA e che offre le stesse funzionalita' su Linux, Windows e Mac OSX.

In parallelo a ScicosLab ci sono altre persone che lavorano su NSP. NSP rappresenta la riscrittura da zero del kernel di Scilab 4.x. (http://cermics.enpc.fr/~jpc/nsp-tiddly/).


Scilab 4.x e' una architettura incentrata sulla gestione di uno stack software in FORTRAN, mentre NSP (Non Stack Program, New Scilab Program) abbandona lo stack per una gestione "trasparente" delle strutture in memoria. Il kernel di NSP e' interamente riscritto in C (dal quale eredita i meccanismi di gestione della memoria), integra la libreria GTK e - last but not least - e' interamente GPL2, ovvero ZERO problemi licenze e proprieta' intellettuali.

Se avete un momento dategli un'occhiata. Il download e la compilazione sono ancora un pochino delicate. Su Ubuntu ci si arriva in un'oretta di lavoro. Se avete problemi, non esitate a chiedere aiuto via mail.

Adesso la domanda vi sorgera' spontanea : "Cosa vi impedisce di migrare Scicos in NSP?".

Per spiegarvelo corretamente vi parlo con Primo Ufficiale della Flotta Stellare: "Cosa m'impedisce di fare rotta a curvatura 5.5 verso la Zona Neutrale irrompendo di forza dove gli angeli entrano in punta di piedi?".


La Flotta Stellare mi regge il gioco per evitare le guerre, non per provocarle. Mettersi a fare il Rambo della situazione potrebbe essere divertente, ma la guerra non rende nessuno grande, anche se sei dannatamente bravo a farla.

Pazienza miei giovani apprendisti. Pazienza la impare dovete voi.


E per tutti quelli che non hanno ancora imparato la pazienza... ScicosLab. What Else?