lunedì 15 febbraio 2010

The cage (][)

La lettura dell'ennesimo articolo sulla "singolarità tecnologica" (riferimento principale) mi ha fatto ritornare in mente la scomoda eredita' del test di Turing.

Alan Turing era un vero genio: se oggi potete un computer per leggere un blog e' anche merito suo. Purtroppo e' nato in un'epoca dove le sue tendenze affettive venivano considerate un reato punibile per legge. Venne quindi obbligato a seguire delle cure mediche che distrussero la sua psiche fino a spingerlo a suicidio.

Alan Turing aveva qualcosa da nascondere. Il test di Turing, erroneamente venduto come primo test sull'intelligenza artificiale, nasce dalla necessita' di Alan di nascondersi dietro un terminale, una telescrivente che gli permettesse di interagire intelligentemente con altre entita' senzienti senza dover passare attraverso un'interazione "umana" (attribuzione che, come Spock, trovo a dir poco offensiva).

In realtà il test di Turing non serve: il giorno che la singolarità tecnologica si manifesterà, la cosa' sara' cosi evidente che non ci sarà nessuno bisogno di un test.

La conclusione e' che ognuno di noi vive all'interno della gabbia un po' fatta da noi stessi e un po' dagli altri. La liberta' assoluta non esiste (solo i Sith pensano in termini assoluti). Bisogna imparare a saper fare un uso moderato della propria liberta', esattamente come e' necessario fare un uso saggio della Forza. Lo so: la tentazione di usare la Forza per entrare gratis al cinema e' grande (specialmente quando il biglietto costa 14 euro) ma bisogna imparare a trattenersi.

Vivere all'interno di una gabbia non vuol dire rinuciare ad usare il proprio cervello.

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